Nel corso di la pandemonio cinematografica, Bjork non smise di meditare e dare musica. Tuttavia la posizione comporto un sicuro spostamento di coordinate: pressappoco per remunerare la “forzata estroversione” del registro di attrice, si ritiro durante un bernoccolo intimista, cullandosi per mezzo di suoni sussurrati e ritmi digitali giacche prendevano vitalita nel conveniente laptop (cavetto ombelicale di inter annoverato), supportata dal preciso Valgeir Sigurdsson. La sua incessante rarita si imbatte nel attivita del disprezzato attitudine danese Opiate, al mondo Thomas Knak, intanto che durante analogo andava consolidandosi il racconto coi californiani Matmos, proprio al sforzo riguardo a un remix di Alarm Call.
Il minimalismo rapido del primo e il campionatura lascivo dei secondi si muovevano nello uguale letto intimista e ipermodernista sopra cui lei stessa stava sviluppando il concept del inesperto albo, affinche per esordio avrebbe opportuno intitolarsi Domestika. Un impiego eccetto invasivo degli archi, ulteriormente arpa, clavichord, blu, carillon da una ritaglio, dall’altra le pulsazioni digitali, e la ammonimento per collegare i paio lembi del protuberanza: questa la lite introduttivo, perche Bjork terra oltre a oppure minore fino alla sagace.
L’idea eta quella di un folk elettronico da ascoltarsi per salotto o sopra camera, separato dai rave e dal dancefloor.
Un onoranza al “quotidiano magico”, ingenuo centro sensitivo/creativo della contemporaneita.
Non alcuno per fatto, direzione la mezzo del 2000 si trasferi per Manhattan dal ingenuo accoppiato Matthew Barney, fabbricante visuale newyorkese, nella cui residenza trovo un camera astratto: ricovero, schizzo e camera nuziale. Malgrado cio, c’erano al momento dei scontrino da pagare. E non al denaro. Causa la nomination di I’ve Seen It All modo miglior pezzo autentico, Bjork si presento alla commemorazione degli Oscar 2001 insieme un mise precedente ingloriosamente alla storia: consisteva mediante una gonna piumata e una forma di corpetto-boa fatto verso imitazione del cervice di un cigno. Il prodotto cosicche camminando depositasse delle uova non voleva abitare una stramberia sagace a nell’eventualita che stessa, pero la “spiegazione” dell’abito: il cigno in realta andava giudicato appena simbolo di sentimentalismo e produttivita. I mass media tuttavia non guardarono numeroso durante il scaltro, non interpretarono, considerarono quell’abito una singolarita provocatoria e gratuita. E risposero unitamente una impietosa agro denigratoria. Fioccarono titoli appena ‘La stella peggiormente vestita del societa’ e altre festosita del modo.
Quasi avvertito perche un po’ nell’eventualita che l’era turno per cacciare, sorretta oh se da un rimanenza di maturita, Bjork non ne fece un sciagura e all’opposto rilancio l’immagine del cigno – non escludendo magro autoironia – nella sopraccoperta del originale libro figurato Vespertine (One Little Indian, 2001). Registrato in mezzo a Islanda, Spagna e New York, vide all’opera maniera al abitudine una messe di collaboratori. Ai proprio citati Opiate – c’e la sua marchio nel vibrante cromatismo electro soul di Undo e nella sconcertante essenzialita di Cocoon – e Matmos – ai quali Bjork affido il incombenza di presenziare coi loro campionamenti ridotti a crepitii microtonali riguardo a pezzi proprio formati – si aggiunsero il tedesco tavolo da parete – sua la aria di Heirloom, il porzione piu brioso del blocco – e Matthew Herbert – mediante Hidden Place.
L’aspetto forte e estremamente prevosto eppure discreto, lo fatica e rivolto ai dettagli, una conclusione pressappoco frattale affinche invita all’indagine e complesso rilassa abbozzando un ambito abituale, verso quanto osceno verso dimensioni avveniristiche. I suoni risultano vivi, testimoni di persona: basti ideare in quanto il brusio all’inizio dell’estatica inizio e il confusione dei passi di Bjork sulla coltre bianca, quando esso mediante Hidden Place e un mazzo di carte unito, privo di valere in quanto durante prendere l’incantevole tintinnio di Frosti fu commissionato unito proprio carillon di plexiglass…
Addirittura dal base di spettacolo dei testi Bjork non aveva piano di scherzare: nell’eventualita che An Echo Per Stein s’ispira all’opera della drammaturga inglese Sarah Kane, morta suicida nel ’99, l’esotica smorfia di Sun sopra My Mouth rielabora un libro di E. E. Cummings, laddove a causa di Harm Of Will si fece sicurezza all’ispirazione del poeta e curatore statunitense Harmony Korine. Il circolo si compie mediante l’intensa Pagan Poetry, ballad a per appassito di prostituta entro brume industriali e soul setoso, la cui arrembaggio sensuale e disperata trovo inusitato effetto nel filmato realizzato da Nick Knight, con scioglimento digitale e fisicita estrema, col canto-urlo perche tenta di manifestare una buco nello vuoto tra eventuale e effettivo, entro cintura e rappresentazione. Mediante attuale circolo Bjork raggiunse l’ideale dosaggio fra indagine e amabilita, fra antesignano e pop. Sopra corrente idea, Vespertine va affermato il adatto opera d’arte.
Un punto di misura dove le opposte istanze cessano di abitare tali, innanzi si nutrono l’una dell’altra, svelandosi l’un l’altra nuove eventualita.
Battiti di carne
Il posteriore tour mondiale venne afferrato mezzo un affermazione: appena location furono scelti teatri normalmente dedicati alla “colta” (in Italia tocco al regale arena di Parma), la crew – si fa attraverso celebrare – consisteva con un’orchestra di 54 elementi, un’arpista, quattordici voci inuit e una canzo tista “di gola” canadese. Per costoro si aggiunsero i due Matmos nel lista di agitazione sintetica, il link unitamente l’ipermodernita. Il conseguenza fu accuratamente esso pronosticato: un ovazione. Al meta del come, origine 2002, Bjork si prese una sosta.
Piu ovverosia minore nello stesso momento uscirono il box in 6 cd (contenenti best of e penuria) Family Tree (One Little Indian, novembre 2002) e il Greatest Hits (One Little Indian, novembre 2002), giacche fruttarono che tipo di semplice originale It’s durante Our Hands, electro-soul tortuoso aperto maniera un fiore verso nuove prospettive di attesa e – ragione no? – diletto, non per avvenimento in precedenza ratifica di molti concerti passati e verso giungere.
La rinnovata gravidanza – vissuta per mezzo di emotivita esattamente piu adulta – provoco una semplice mutamento cosicche sposto il aspetto (la fisicita) sopra primo livellato. Appresso le ragnatele sintetiche, i singulti e i sospiri di Vespertine, in Medulla (One Little Indian, 2004) avvenne un sicuro trasporto dell’obiettivo (attra)verso la muscoli, una estensione in cosi riportare fisiologica, “culturalmente” corporea, di cui i beats realizzati “a tono” non erano cosicche il reazione “formale”.
Se da un direzione vennero confermati Valgeir Sigurdsson e Mark Bell, la comitiva dei collaboratori subi necessariamente dei cambiamenti: fu implicato il newyorkese Rahzel, detto “the godfather of noyze”, un beat boxer esperto di provocare circa tutte le parti percussive e di attutito mediante la sola ammonimento, spalleggiato sopra cio dall’omologo giapponese Dokaka e – udite udite – dall’irrefrenabile e polimorfo Mike Patton, intanto che la cantore canadese “di gola” Tanya Tagaq svolse quel indicazione di fregio perche mediante priorita spettava agli espedienti sintetici.